Riduzione della produzione di rifiuti marini
L’inquinamento da plastica è stato documentato in ogni habitat marino, con conseguenti effetti negativi sia per la fauna che per la flora marina, causando inoltre, nel lungo termine, danni all’intero ecosistema, soprattutto per le comunità locali le quali dipendono strettamente da risorse idriche e marine.
Di fronte ad una coscienza sociale più matura la questione dell’inquinamento da plastica è balzata in primo piano nelle recenti discussioni e nei dibattiti delle principali economie di tutto il mondo. Numerosi, infatti, sono i contributi scientifici che documentano la presenza di rifiuti plastici, tuttavia, risultano ancora incerti i volumi e gli effetti dei diversi flussi di plastica.
Alla luce di quanto emerso, il progetto “New Life to Plastic” studia ed analizza come i settori economici principalmente responsabili per la produzione di rifiuti solidi in aree costali e urbane siano individuabili in: turismo, industrie e consumatori. Particolare attenzione viene posta sugli impatti specifici di ogni settore in relazione alla dispersione di plastica nell’ambiente. Questi input vengono classificati per tipo di polimero, stato dell’arte al momento della ricerca sul campo e potenziale di riciclabilità dei frammenti reperiti.
Il progetto, il cui focus verte sull’Africa Orientale, mostra come il medesimo continente si trovi di fronte ad un’emergenza ambientale derivante dal continuo smaltimento illegale di plastica nell’oceano. In quest’ottica, ridurre la produzione incontrollata di rifiuti è più urgente che mai.
New Life to Plastic combina dati quantitativi sui flussi materiali e sul trattamento della plastica dopo il consumo per supportare ed incentivare cambiamenti nelle scelte e nei comportamenti degli individui, garantire in maniera trasparente e veritiera maggiori informazioni e opportunità dell’utilizzo della plastica e politiche per la riduzione della produzione di rifiuti. I dati sono stati raccolti attraverso due spedizioni sul campo: nella primavera 2016 a Nairobi, Kenya e nell’estate 2018 sull’isola di Zanzibar, Tanzania.