Sonia – Arbolito – Ecuador

Aprile – giugno 2017

“Durante Il mio soggiorno nella regione costiera del Guayas, nell’Ecuador centro-meridionale ho svolto la ricerca elaborata nella mia tesi di laurea. Nel quasi mese e mezzo di permanenza a Duran, seconda città più importante della regione dopo il capoluogo Guayaquil, ho alloggiato nel quartiere periferico a nord della città, noto come El Arbolito, letteralmente “l’Alberello”. Arbolito è un quartiere relativamente di recente formazione—circa 20 anni—che, tuttavia, le cattive amministrazioni municipali e la povertà sistemica in cui permangono le aree periferiche delle grandi metropoli latino-americane, lo rendono oggi “problematico” sotto più punti vista. Innanzitutto si tratta di un’area semi-marginale della città, che per la gran parte della sua estensione accusa la mancanza di servizi primari quali strade asfaltate, acquedotti municipali, mezzi di trasporto, messa in sicurezza delle abitazioni. In secondo luogo, la microcriminalità e criminalità del quartiere è nota in tutta la città di Duran, e contribuisce a consolidare un’idea stereotipata del suo tessuto urbano.

Nel lavoro da me svolto mi sono posta l’obiettivo di osservare la città latino-americana—nello specifico della Conurbazione di Guayaquil, Ecuador—attraverso la lente della propria musica, intesa come insieme di stato dell’arte, produzione/scambio culturale, industria, celebrazione, eventi, vita notturna. Il concetto di “musica” è da intendere in senso artistico, ma anche spaziale e urbano, riferito alla città: attività, espressioni, economie, mercati di matrice artistico-musicale e le loro interazioni con lo spazio urbano. Emergerà che da sempre, le espressioni artistiche, e in particolare la musica, segnano, mutano e plasmano i territori dove si manifestano: come canalizzare questa corrispondenza così intima tra musica e territorio? È possibile operare da e in funzione di una prospettiva che ne abbracci i fondamenti, e stimoli lo sviluppo urbano di una città di conseguenza? Cosa succede se l’ambito spaziale e politico di riferimento non è quello europeo, ma appartiene al sud globale? I luoghi si distinguono tra loro in base al loro rapporto con il potere e con le sue estensioni economiche e politiche (Grant 2018): tra il mio contesto di partenza, europeo, bianco e occidentale, e quello di interesse, sudamericano, meticcio e non-occidentale, c’è e rimarrà sempre un grosso scarto percettivo.

Il processo di osservazione sul posto dello stato di fatto dell’arte, dei suoi spazi, della sua comunità, industria ed economia, è avvenuto a partire dalla scala del quartiere Arbolito (micro), a quella della rispettiva città di Duran (meso), per arrivare a quella del capoluogo Guayaquil (macro). Di pari passo a questa osservazione qualitativa, ne è avvenuta una quantitativa, consistita nella raccolta di materiale bibliografico-legislativo, sulle politiche urbane che le forme di governo del territorio hanno redatto in gestione della spazialità dell’arte, con particolare interesse per quelli della musica. Ho suddiviso il materiale raccolto in due categorie: da una parte quella artistico-musicale, perciò testimonianze e generiche esperienze di vita delle comunità di musicisti/affiliati all’industria musicale locali; dall’altra quella politico-legislativa, ovvero documentazione scritta, ordinanze municipali e/o politiche urbane varate dalle forme di governo del territorio riguardanti la spazialità adibita alla produzione e fruizione di musica, tra Duran e Guayaquil.

La mia tesi sfida la messa in discussione della posizione marginale della componente creativa/artistica della città latino-americana, delle sue implicazioni sociali/culturali sul tessuto urbano, e del suo impatto politico su di esso. È indispensabile inquadrare appropriatamente le specificità—spesso controverse—delle realtà metropolitane su cui si affacciano i cieli e le ferite aperte dell’America Latina. Cosa indica, in città, la presenza di spazialità pensata per lo svago e la ricreazione? I luoghi in cui si può condividere arte e cultura possono essere considerati come essenziali a un miglioramento della qualità di vita, in aree più o meno depresse di una città? Come valorizzare le attività artistiche e culturali, l’industria che le governa, al fine di incentivare la rigenerazione urbana? E innanzitutto, cosa ci dà certezza che si può trattare l’arte e la cultura, in città, come bisogno, prodotto e strumento e unità di misura di sviluppo urbano allo stesso tempo? Durante le 5 settimane trascorse a Duran ho provato a rispondere a questi quesiti, osservando la realtà locale e le differenze di scale, tra Arbolito e Guayaquil.”

Sonia

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