Progetto Imprenditoriale
Maggio 2019
SurgiQ, è un’impresa della community SIT specializzata in soluzioni ad alta tecnologia in campo medico. Abbiamo fatto quattro chiacchere con uno dei fondatori e amministratore della start-up, Ivan Porro. In questo momento è estremamente impegnato, ci ha parlato direttamente da Londra, dove ora sta lavorando.
SIT: Ciao, presentati, che cos’è SurgiQ?
Ivan Porro: Ciao, sono Ivan Porro uno dei fondatori di SurgiQ e l’amministratore. SurgiQ tenta di aiutare gli ospedali a prendere la decisione migliore, nel minor tempo possibile. Quello che facciamo è raccogliere i dati già presenti in ospedale, li mettiamo in un unico contenitore e li serviamo “su un piatto d’argento”. In questo modo l’utente non è più costretto ad andare su diversi sistemi per capire quali sono ad esempio i pazienti da operare la settimana successiva; raccogliere la richiesta di un intervento sembra banale, ma all’ospedale può richiedere una mezz’ora per essere raccolta, mentre con noi avviene in tempo reale.
SIT: Cercate modi innovativi per aiutare gli ospedali implementare le vostre soluzioni negli ospedali?
Ivan Porro: Spesso aiutiamo l’ospedale ad implementare specifiche soluzioni. Per esempio: un ospedale pubblico di Genova voleva trovare il modo migliore per fare la dimissione dei pazienti. Il problema era il seguente: tenere un paziente in ospedale costa molto, quindi gli ospedali tendono a “scaricare” il paziente il più presto possibile. Questa non è la cosa migliore, né per il paziente né per l’ospedale, perché se si manda a casa il paziente troppo presto e lui non ha la possibilità di essere curato a casa in modo adeguato è facile che ritorni poi in ospedale perché arriva al pronto soccorso e questo è un costo, oltre che un problema per il paziente.
L’Ospedale Galliera ha implementato questo nuovo modello che si chiama reparto a conduzione infermieristica, dove prendono i pazienti e fanno la dimissione dall’ospedale a questo specifico reparto. Un trait-d’union tra l’ospedalizzazione intermedia, dove il paziente viene gestito da degli infermieri, a costi più contenuti e la cura a casa: il paziente viene istruito su come poi curarsi a casa, su come tenersi sotto controllo, dopodiché viene rilasciato. In questo modo hanno visto che c’è un forte risparmio, perché si sono ridotti il numero di pazienti che devono ritornare in ospedale e i costi di gestione sono inferiori.
SIT: Puoi approfondire come create impatto sociale e/o ambientale?
Ivan Porro: Quello che facciamo ha un impatto diretto sugli ospedali, ma noi crediamo che ci sia un impatto forte sul paziente e sulla famiglia del paziente. Il fatto di poter pianificare una scaletta d’attività molto chiara permette ai genitori del paziente di gestirsi i permessi di lavoro, oppure il figlio di una persona anziana può organizzarsi meglio per curare il paziente, quindi dove riesci ad evitare fenomeni come attese troppo lunghe, o le cancellazioni all’ultimo minuto, o arrivare e non si trova il letto, ciò ha un impatto molto forte.
SIT: Quali sono le vostre prospettive future?
Ivan Porro: Attualmente stiamo lavorando molto in Inghilterra, ti sto chiamando da Londra, dove sono siamo stati accettati da un programma di accelerazione di start-up. Abbiamo diverse collaborazioni a Londra, abbiamo un progetto in un ospedale londinese e un altro più a nord. La nostra ambizione è quella di sviluppare infatti il mercato qui in Inghilterra per avere un carattere di impresa internazionale. Dovremo esportare quello che abbiamo fatto in Italia, l’anno scorso abbiamo fatto 40.000 pazienti. Vorremmo esportare questo valore, lasciando però le persone lavorare in Italia.
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